Il Rinascimento

L’architetto e pittore toscano Giorgio Vasari fu il primo ad usare la parola generica “Rinascita” per indicare quel periodo artistico che secondo lui cominciava con Giotto e culminava con Michelangelo Buonarroti. La parola in realtà significa “Rinascita dopo il Medioevo”, che, sempre secondo Giorgio Vasari, andava individuato nel “Gotico”, che per lui era stato un periodo buio dal punto di vista artistico, poichè gli artisti dell’epoca avevano abbandonato i canoni classici tipici dell’arte greca e romana.

Datazione del Rinascimento

Tra il 1347 e il 1353 la “peste nera” si abbattè su tutta l’Europa, uccidendo quasi un terzo degli abitanti del Continente. Firenze non sfuggì a questa calamità: l’epidemia dimezzò la sua popolazione. Dovranno passare più di cinquant’anni prima che ci sia una ripresa. Fu però una rinascita come mai era accaduto prima. In Toscana un’elite di famiglie dalle enormi ricchezze sfruttò le sue fortune per commissionare opere straordinarie, di cui beneficiò tutta la comunità. Chi era scampato alla malattia voleva intraprendere nuove strade. Si trattava della famiglia dei Medici, una delle più ricche d’Italia, che aprì la strada ai nuovi fasti che precedentemente erano stati appannaggio di Roma. Firenze venne infatti restaurata ed in breve trasformata. Grazie al “mecenatismo”, cioè alla commissione di opere d’arte personali o di pubblica utilità da parte dei ricchi, la città si abbelliva pian piano. Si trattava però di un mecenatismo egoista, perchè i committenti usavano gli artisti per celebrare se stessi.

Possiamo dividere, per comodità di studio, il Rinascimento in due periodi fondamentali, che abbracciano il Quattrocento ed il Cinquecento. All’interno di questi macro periodi opereremo poi altre suddivisioni.

Il Quattrocento

Durante tutto il Quattrocento si verifica la nascita e lo sviluppo del Rinascimento, che prende l’avvio a Firenze convenzionalmente con il Concorso del 1401. Vediamo un breve video sulla fase quattrocentesca del Rinascimento:

Il rinascimento del Quattrocento viene a sua volta suddiviso in due periodi:

1) PRIMO RINASCIMENTO, che va dal 1401 fino al 1450 circa; la città protagonista, da cui tutto prende l’avvio, è, come si è detto, Firenze. Gli artisti principali sono: Filippo Brunelleschi per l’architettura, Donatello per la scultura e Masaccio per la pittura. Da questi tre artisti vengono gettate le basi per la nuova arte, che da Firenze si diffonde in tutta Italia.

2) MEDIO RINASCIMENTO, che va dal 1450 circa fino al 1500 circa; ormai le conoscenze tecniche acquisite vengono apprese da tutti gli artisti italiani. Firenze è sempre la città di riferimento, ma troviamo artisti molto innovativi e validi anche in altre parti d’Italia. Gli artisti principali sono: Leon Battista Alberti per l’architettura, Andrea del Verrocchio per la scultura e la pittura, Piero Della Francesca, Sandro Botticelli, Antonello da Messina, Andrea Mantegna, Giovanni Bellini e Pietro Perugino per la pittura. Vediamo un breve video sul Medio Rinascimento:

Il concorso del 1401

Si fa convenzionalmente iniziare il Rinascimento nel 1401, quando a Firenze l’Arte dei Mercanti, una delle più emergenti della nuova borghesia cittadina, bandì il concorso per la realizzazione della Porta Nord del Battistero di Firenze. E’ significativo che per affidare la realizzazione della porta fosse bandito un concorso, perchè ciò significa che c’era una grande concorrenza fra gli artisti, garanzia di alta qualità, e gli artisti che parteciparono furono effettivamente molto bravi: oltre a Lorenzo Ghiberti, che vinse, ci fu Filippo Brunelleschi e anche Jacopo Della Quercia. 

Bisognava presentare, per partecipare al concorso, una formella quadrilobata di bronzo raffigurante il sacrificio di Isacco. Già era stata realizzata un’altra porta nello stesso modo, e dunque la porta Nord avrebbe dovuto essere stilisticamente simile alla precedente. Le formelle che ci sono rimaste, tra quelle partecipanti alla gara, sono due: quella del Ghiberti e quella del Brunelleschi. Sono entrambe conservate nel Museo del Bargello a Firenze. Si può dire che venne preferito Ghiberti perchè più legato alla tradizione, oltre che per la bravura tecnica: la formella era stata realizzata infatti con una sola fusione, mentre quella del Brunelleschi con sette fusioni. La formella del Ghiberti è chiara, ed esprime nel rispetto della tradizione il sacrificio di Isacco. La formella del Brunelleschi è invece molto più drammatica: i personaggi sembrano fuoriuscire dai confini della formella e vi è una maggiore tensione. Il servo che si toglie una spina dal piede ricorda lo Spinario; il fanciullo grida per il terrore. Nonostante quella del Brunelleschi fosse sicuramente più innovativa e moderna, venne preferita la formella del Ghiberti. Brunelleschi, molto offeso, decise che non avrebbe mai più lavorato il bronzo. Possiamo approfondire l’argomento del concorso guardando questo breve video:

Caratteri generali del Rinascimento

Nell’Italia del XIII e XIV secolo ogni città è un centro di potere, ma Firenze fa storia a sè: la classe dirigente prospera, controllando molto denaro. Le illimitate capacità dell’uomo diventano protagoniste: è una visione rivoluzionaria, chiamata “Umanesimo“, che vuol dire “mettere l’uomo al centro di ogni cosa”. La particolarità dell’Umanesimo è l’interesse per il mondo antico: in Italia basta guardarsi attorno e osservare le rovine del passato, per capire la grandezza dell’uomo e dell’antichità. Se si possono imitare gli edifici del passato e applicarne i principi all’architettura moderna, le potenzialità saranno infinite. C’è dunque un ritorno all’arte greca e romana, vista come l’arte perfetta a cui ispirarsi. Questo interesse si applica anche alle opere letterarie dell’antichità.

L’idea dell’uomo come centro di ogni cosa si applica anche nell’arte, soprattutto in architettura: oltre alle caratteristiche dell’architettura classica, vengono preferite le piante centrali, cioè quella quadrata e quella circolare, che hanno appunto, un solo centro. I colori preferiti per l’architettura sono il bianco e il grigio della pietra serena, particolare pietra che si trova a Firenze, con cui vengono realizzati dei particolari specifici, come colonne, capitelli e cornici.

La vera novità del Rinascimento è però la prospettiva. Intuita già da grandi maestri come Cimabue e Giotto, viene scientificamente applicata solo con Filippo Brunelleschi, che scopre le regole geometriche per applicare la prospettiva nel disegno. La conoscenza di un metodo scientificamente corretto per realizzare la profondità in pittura è una cosa da cui non si può prescindere e quindi tutti gli artisti imparano questo nuovo metodo, che Brunelleschi spiega realizzando due “tavolette prospettiche” andate però perdute. Solo con Leon Battista Alberti il metodo viene definitivamente messo per iscritto.

Un’altra novità del Rinascimento è la pittura ad olio, inventata dai pittori fiamminghi ed usata per primo da Antonello da Messina, che a Napoli era venuto in contatto con molti artisti fiamminghi. Egli venne poi seguito a ruota da molti altri, come Piero della Francesca e Giovanni Bellini. La pittura ad olio si affermò prima su supporto ligneo e poi su tela. 

Il CINQUEcento

Possiamo suddividere la fase cinquecentesca del Rinascimento in due altri grandi periodi:

3) RINASCIMENTO MATURO, che va dal 1500 circa fino al 1530 circa; è la stagione delle certezze: l’artista è ormai considerato un intellettuale e non più solo un artigiano e la sua considerazione sociale si è accresciuta col tempo. L’artista perfetto del Cinquecento è colui che non solo padroneggia le tecniche della propria arte e la conoscenza più o meno profonda di alcune discipline, ma ne è addirittura maestro.  E quelli che incarnano questo ideale sono: Leonardo da Vinci, che può essere considerato un ingegno, per la molteplicità dei suoi interessi scientifici, che compresero anche la pittura; Raffaello Sanzio, per la pittura e l’architettura; Michelangelo Buonarroti, per la scultura, l’architettura e la pittura, ma anche per la poesia e Donato Bramante, architetto e pittore. Il Rinascimento maturo è influenzato moltissimo dagli sconvolgimenti politici e religiosi che si verificarono nella prima metà del Cinquecento: nel 1517 ci fu l’avvio della protesta di Martin Lutero nei confronti della Chiesa cattolica, che sarebbe culminata con il distacco da essa e con l’inizio del Luteranesimo o Riforma Protestante; a ciò la chiesa di Roma rispose con il Concilio di Trento, che durò dal 1545 al 1563 e che stabiliva delle regole di comportamento nella realizzazione delle opere d’arte. Nel 1527 inoltre ci fu il “Sacco di Roma” ad opera dei Lanzichenecchi mandati da Carlo V. Molti artisti scapparono da Roma e così diffusero gli insegnamenti di questi tre grandi maestri anche in altre parti d’Italia. Contemporaneamente a ciò, a Venezia Giovanni Bellini aveva trovato in Giorgione e poi Tiziano Vecellio i suoi eredi, che portarono avanti le loro idee su una pittura basata sul colore.

4) MANIERISMO, che va dal 1530 circa fino al 1600; attualmente con questo termine si intendono alcune caratteristiche proprie di quegli artisti che erano fuggiti da Roma nel 1527 ed erano approdati ad altre corti, cercando però di riformulare tutto quello che avevano appreso dai grandi maestri, soprattutto da Raffaello e Michelangelo. Questi artisti spesso uscivano dalle “regole” rinascimentali e le loro opere avevano carattere più virtuosistico, ricercavano la grazia, la difficoltà e spesso erano eccentriche e strane, a volte anche misteriose. Qualche tempo fa il termine “Manierismo” era visto con un’accezione negativa, perchè veniva riferito a quegli artisti che, soprattutto nella seconda metà del Cinquecento, operavano alla maniera di Leonardo, Raffaello e Michelangelo riproponendo però cose già viste. Tra gli artisti principali di questo periodo troviamo, fra gli altri, oltre allo stesso Giorgio Vasari, pittore, architetto e scrittore, anche Pontormo, Giulio Romano, Veronese e Tintoretto per la pittura, Giambologna per la scultura e Palladio per l’architettura.

Si possono scaricare degli appunti sul Cinquecento a questo link:

Il Cinquecento nell’arte

Vediamo inoltre un video sulla fase cinquecentesca del Rinascimento: