Il Rococò

Nei primi decenni del Settecento predomina in tutta Europa ancora il gusto barocco, ma con l’avvento delle teorie illuministe (che tentano di sottoporre alla verifica della ragione tutta la realtà) c’è lo scontro tra queste teorie che tentano di privilegiare la ragione piuttosto che la fede e danno importanza all’indagine scientifica e l’arte che privilegia più la ricerca dell’effetto scenografico, l’invenzione fantastica ed il carattere leggero.

A ciò segue un’esagerazione delle caratteristiche barocche fine a se stessa. Ciò sfocia in quello che verrà chiamato “Rococò” (dal francese rocaille, tipo di decorazione con conchiglie e pietruzze). Il Rococò nasce in Francia e poi si diffonde in tutta Europa; esso si manifesta, oltre che nella pittura, soprattutto nell’architettura e nel decorativismo esasperato dell’arredamento di interni: mobili pieni di stucchi dorati, intarsi molto elaborati, abbondanza di specchi, arazzi e porcellane dalle forme complicate. Il Rococò esprime al meglio le corti del Settecento. Contemporaneamente però si assiste al ritorno delle forme dell’arte classica, che sfocerà nel Neoclassicismo. 

Un’altra caratteristica del Rococò è l’attenzione al paesaggio. I più importanti sovrani d’Europa fanno costruire palazzi con grandi parchi e giardini, pieni di fontane, per celebrare e mostrare il loro potere. L’esempio principale è il palazzo reale di Versailles, fatto costruire dal re Luigi XIV dall’architetto Andrè Le Notre. Anche il palazzo di Schönbrunn, a Vienna, appartiene a questo periodo, come pure la palazzina di caccia di Stupinigi, costruita nei pressi di Torino da Filippo Juvarra.

Uno dei più importanti palazzi reali europei, la Reggia di Caserta, venne costruito proprio in questo periodo artistico, a cavallo tra il Rococò e il Neoclassicismo. Vediamo un filmato sul Rococò:

Salottino di Porcellana

salottino-di-porcellana1Uno degli esempi a noi più vicini del gusto Rococò si trova oggi al Museo di Capodimonte a Napoli: è il salottino di porcellana della Regina Maria Amalia di Sassonia. Originariamente collocato nella Reggia di Portici e completato tra il 1757 e il 1759, è un salotto a pianta quadrangolare vivacemente decorato a cineserie, con le pareti interamente rivestite di lastre di porcellana, fissate a un telaio ligneo, interrotte da sei grandi specchiere, e completata da un soffitto in stucco ad imitazione della porcellana. Il progetto fu realizzato da Giovan Battista Natali, che era un pittore e quadraturista piacentino, ed alla sua realizzazione parteciparono tutte le maestranze e gli artisti specializzati della Fabbrica, come quelli impegnati nella lavorazione dei pezzi, condotta sotto la direzione di Giuseppe Gricci, nella loro cottura, o nell’esecuzione degli stucchi. La decorazione si compone di rami, foglie, frutti e fiori, trofei musicali e scimmie intervallati da piccole e grandi specchiature con scene di vita cinese. e lampadario a dodici bracci che raffigura un giovane cinese dall’aria malinconica e ammiccante che pungola un drago con il suo ventaglio. 

L’effetto è sbalorditivo: la perizia tecnica altissima dei maestri della Real fabbrica di Capodimonte è evidente. Ci vollero tre anni per realizzarlo. Il salottino fu una delle ultime realizzazioni della Real Fabbrica della Porcellana di Capodimonte, perchè quando il re Carlo divenne re di Spagna nel 1759, portò con sè a Madrid tutte le maestranze. L’ambiente risulta molto sfarzoso e qualcuno potrebbe storcere il naso proprio per questo, ma del resto lo sfarzo, quasi sempre fine a se stesso, è la caratteristica principale del Rococò. Nel 1866 i Savoia fecero smontare il salottino dalla Reggia di Portici, trasferendolo alla Reggia di Capodimonte, dove si trova attualmente. Nel 1937 venne trasferito anche il soffitto e ricongiunto alle pareti.