Arte della Preistoria

L’Arte nasce con l’uomo, perchè essa è l’espressione dei suoi sentimenti e delle sue aspirazioni. Già dalla Preistoria possiamo trovare dei manufatti o delle costruzioni che possiamo considerare come manifestazioni artistiche. Non è questo il luogo deputato per lo studio della Preistoria in generale, basti sapere soltanto che la parola Preistoria vuol dire: “Prima della storia”. Questo periodo infatti comincia con la comparsa dell’uomo sulla terra e termina con l’invenzione della scrittura, cioè intorno al 3200 a.C., quando l’uomo può produrre documenti scritti. Prima di ciò, dal punto di vista artistico si divide convenzionalmente la preistoria in due grandi periodi:

A sua volta, possiamo dividere l’età della pietra in tre grandi periodi:

 

 

Paleolitico = età della pietra vecchia

Mesolitico = età della pietra di mezzo

Neolitico = età della pietra nuova

Il Paleolitico arriva fino al 10000 a.C. circa. Durante il Paleolitico gli uomini sono nomadi, cioè non hanno fissa dimora, e vivono nelle grotte; per nutrirsi si servono della caccia e della pesca. L’arte che troviamo in questo periodo viene suddivisa a sua volta in due tipi:

Arte parietale

Definita anche “arte rupestre”, veniva tracciata direttamente sulla roccia. Gli uomini, forse per una specie di rito magico-propiziatorio, realizzavano infatti dei disegni sulla roccia. I colori usati erano tratti dall’argilla e stesi con le dita, con pennelli rudimentali o spruzzati sulla roccia soffiando in cannucce d’osso. I colori più usati erano il giallo, il rosso, il marrone, l’ocra e il nero. Questi disegni vengono definiti Graffiti e mostrano dipinti di animali, di uomini oppure di entrambi e rappresentano le prime espressioni figurative dell’uomo; ne possiamo trovare molte, sparse in tutto il mondo. Quelle più importanti, e più vicine a noi, sono:

Le grotte di Lascaux, che si trovano in Francia e sono risalenti tra il 20000 e il 18000 C. circa; esse sono definite anche “la cappella Sistina della Preistoria”, per la ricchezza di animali raffigurati, spesso tratteggiati con una grossa linea nera di contorno realizzata con il carbone; l’uomo è disegnato in maniera molto stilizzata. La caverna fu scoperta per caso nel 1940 da quattro ragazzi che stavano passeggiando in un bosco; il giorno dopo i ragazzi portarono il loro professore nella grotta per fargli vedere cosa avevano scoperto. Non si tratta di figure stilizzate, ma di disegni abbastanza complessi e particolareggiati, pertanto all’inizio furono considerate false, ma poi gli studiosi dovettero ammettere che gli uomini del Paleolitico erano in grado di dipingere figure così precise. La grotta venne aperta al pubblico nel 1948, ma l’anidride carbonica presente nell’aria rovinava i dipinti, pertanto essa venne chiusa nel 1963 per essere protetta e riaperta al pubblico nel 1983; dal 1979 è stata classificata come patrimonio mondiale dell’Umanità dall’UNESCO;

Le grotte di Altamira, che si trovano in Spagna e sono risalenti tra il 19000 e il 18000 a. C. circa; i disegni raffigurano soprattutto bisonti, ma sono presenti anche cervi, cinghiali ed impronte di mani umane. Scoperte casualmente nel 1879 dalla piccola figlia del proprietario del terreno dove si trovano tuttora, all’inizio si pensò che fossero state disegnate su incarico del proprietario che voleva spacciarle per preistoriche, data l’alta perfezione e maestria nella tecnica pittorica. I dipinti infatti sono molto realistici e gli animali erano stati realizzati seguendo le asperità e i rigonfiamenti delle rocce, dando l’impressione di un bassorilievo. L’uomo allora fu accusato di truffa e mandato a processo; solo dopo molti anni e dopo la sua morte gli studiosi concordarono che si erano sbagliati e che i dipinti erano originali. Le grotte sono state dichiarate dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità nel 1985.

 

Arte MOBILIARE

Questo tipo di arte è definito così perché è “mobile”, cioè arte che può essere trasportata. Fanno parte dell’arte mobiliare delle piccole sculture dette “Veneri”, che rappresentano donne dalle forme molto abbondanti. Sono stati trovati molti esemplari di queste statuine in diverse parti del mondo, anche molto distanti tra loro, ad indicare che il significato doveva essere lo stesso, probabilmente quello inneggiante alla fertilità ed alla nascita. Esse sono realizzate in diversi materiali e vanno dai 4 ai 20 centimetri. In realtà la loro funzione non è stata ben chiarita dagli studiosi.

La più famosa è la Venere di Willendorf. Questa statuetta, alta 11 centimetri, si chiama così perché venne ritrovata a Willendorf, in Austria nel 1908; oggi si trova al Museo di storia naturale a Vienna. Risale al 23000-19000 a.C. circa, ma gli studiosi non sono molto d’accordo fra loro sulla datazione corretta e fu realizzata in pietra calcarea, che però non è presente nella zona del ritrovamento. Essa raffigura una donna dalle forme molto evidenti e grosse, che stanno ad indicare la fertilità della donna e la nascita. Il volto non è evidenziato mentre in testa sembra portare una cuffia. Anche le braccia sono solo abbozzate e sono appoggiate sui grossi seni.

 

Durante il Mesolitico vennero affinate nuove tecniche per la caccia e vennero migliorate le armi. Nella prima parte del Mesolitico l’uomo abitava ancora nelle grotte. Ne sono un esempio le grotte dell’Addaura, che si trovano in Italia, vicino Palermo, e sono risalenti tra il 20000 e il 14000 a.C.; esse raffigurano sia uomini che animali, in maniera molto stilizzata. Vennero scoperte casualmente nel 1943, dopo lo sbarco in Sicilia degli alleati, poichè lo scoppio di un arsenale fece crollare una parte del monte Pellegrino nei pressi di Palermo e mise in luce queste grotte, oggi però non visitabili.

L’uomo cominciò la sua progressiva stabilizzazione a partire dal 6000 a.C., con la nascita dell’agricoltura e dei primi insediamenti abitativi, preferendo luoghi pianeggianti e vicini a fiumi o mari.

Se era semplice rifugiarsi in grotte quando si era in montagna, in pianura l’uomo dovette imparare a costruire le proprie abitazioni. Dopo un inizio in cui si scavavano caverne artificiali, scavate nel terreno e ricoperte con frasche o pelli di animali oppure addirittura sottoterra, con il passare del tempo l’uomo divenne più capace di usare i materiali e costruì delle capanne di forma conica, impermeabilizzate con fango e argilla e ricoperte di frasche e pelli, proprio come le tende che gli Indiani d’America useranno nell’Ottocento. Con il passaggio al Neolitico le abitazioni non furono più singole ma organizzate in villaggi. Di solito erano sopraelevate da terra, per difendersi dagli animali feroci o dall’acqua. Esistevano quelle costruite direttamente sull’acqua, come le palafitte, abitate da più famiglie che si aiutavano tra loro, come vediamo nell’immagine a destra, e le terramare, simili alle prime, ma costruite direttamente sul terreno, come si vede nell’immagine a sinistra.

 

 

Durante il Neolitico, che comincia dal 10000 a.C. circa, l’uomo si stabilizza in villaggi perché ha cominciato ad allevare animali e a coltivare la terra; realizza le prime sepolture e usa l’argilla. Contemporaneamente costruisce i primi monumenti, detti Megaliti, che vuol dire “grandi pietre”. Ve ne sono di diversi tipi:

Il Menhir (cioè “pietra lunga”) è una grande pietra verticale infissa nel terreno; di solito è isolato, ma si trovano anche serie di menhir disposti in lunghe file detti “allineamenti”, che avevano forse uno scopo legato all’astronomia; non è ben chiaro infatti il significato di questi enormi massi.

Il Dolmen (cioè “tavola di pietra”) è formato da due menhir e una pietra orizzontale posta sopra come copertura, ed a volte preceduta da un corridoio di accesso; un sistema costruttivo di questo tipo si chiama “sistema trilitico”, formato cioè da tre pietre. Ce ne sono molti in Puglia. Quello più famoso è il Dolmen di Bisceglie, che vediamo in foto. I dolmen erano certamente delle camere funerarie, circondate a volte da un cumulo di terra.

Il Cromlech (cioè “pietra curva”) è un insieme di menhir e dolmen disposti in cerchio. Il cromlech più famoso è quello di Stonehenge, che si trova in Inghilterra, nella piana di Salisbury. Esso risale tra il 2800 e il 1400 circa a.C.; fu  infatti costruito in più fasi, a distanza di vari secoli l’una dall’altra. Esso era formato originariamente da 30 massi giganteschi disposti in cerchio, ma oggi ne sono rimasti in piedi solo 17; al centro vi sono dei dolmen e una pietra cosiddetta “pietra dell’altare”. Probabilmente il cromlech di Stonehenge era un tempio dedicato al Sole ed anche un calendario astronomico (per questo i menhir erano 30 come i giorni di un mese). Ancora oggi, il 21 giugno, giorno del sostizio d’estate, si può osservare il sole che passa attraverso i menhir e i dolmen per andare a posarsi sulla pietra dell’altare. I massi usati per la costruzione provengono da vari luoghi, alcuni vicini 3 km ed altri più lontani (30 km e anche 200 km!) e probabilmente vennero trasportati come illustrato nella figura sottostante:

L’importanza del sito è chiara perchè esso fu utilizzato per più di un millennio, oltre al fatto che la provenienza di alcune pietre, fino a 200 chilometri di distanza, indica la notevole capacità di organizzazione del lavoro e l’intervento di un numero rilevante di persone nella costruzione.

Un’altra produzione del Neolitico furono i vasi, che servivano per contenere il cibo e le bevande, e venivano realizzati in argilla e decorati con motivi geometrici. Le decorazioni erano fatte o con un oggetto appuntito o con una cordicella quando l’argilla era ancora fresca.

Dopo la scoperta del fuoco, gli uomini primitivi impararono a servirsene. Nel frattempo iniziarono a scoprire anche i metalli. Il primo metallo conosciuto dagli uomini preistorici fu il RAME, intorno al 6000 a.C. Essi si resero conto che era infrangibile e che era abbastanza duttile per realizzare le punte delle asce.

Quando si accorsero che il rame era troppo friabile, cercarono di formare una lega più resistente, e la trovarono realizzando il BRONZO, che, oltre al rame, conteneva un 10% di stagno, che rendeva questo materiale molto resistente. L’età del bronzo fu molto produttiva per gli uomini di quel periodo: sorsero i primi commerci, anche tra popoli lontani, grazie all’uso dei carri su ruote e delle imbarcazioni; nacque la scrittura e cominciarono ad esistere le prime differenze di ceto sociale, come si può vedere dai corredi funebri; si sviluppò l’aratro e i prodotti secondari dell’allevamento, come la lana e i latticini. Con il bronzo non si forgiavano solo le lance, ma anche piccole sculture e spilloni decorativi.

L’ultimo metallo ad essere scoperto fu il FERRO, che si rivelò ancora più resistente degli altri due. Fu durante l’età del ferro che si svilupparono le prime civiltà dell’Oriente.

Menzione a parte va fatta per i nuraghi, una costruzione che si trova esclusivamente in Sardegna e che si sviluppò durante l’Età del Bronzo e fino al II secolo a.C.. La parola forse vuol dire “ammasso di pietre”. Si trattava di torri a forma di tronco di cono, a più piani e con un solo ingresso, che avevano molteplici funzioni. Data la mancanza di finestre, si è ipotizzato che la principale funzione fosse quella difensiva, ma la presenza di magazzini e capanne fa anche pensare ad una funzione abitativa del capo tribù. I nuraghi appartengono alla categoria dei “megaliti”, perchè sono realizzati con grandi massi disposti in senso orizzontale e a secco, cioè senza collante fra una pietra e l’altra. La civiltà nuragica fu riscoperta solo recentemente, nel Novecento.