Banchetti e ricette nelle opere d’arte
Numerose opere d’arte hanno come protagonisti il cibo e coloro che lo preparano o lo gustano. La vita quotidiana è infatti presente nelle opere d’arte, soprattutto a partire da alcuni periodi specifici, quali il Barocco, in cui si afferma la “pittura di genere”, che consiste nella raffigurazione di scene dedicate alle azioni più comuni della giornata. Questo tipo di pittura ha successivamente incontrato molto favore. Non è difficile trovare raffigurazioni di cucine, botteghe, banchetti e anche cibi preparati. L’analisi di alcuni dipinti di “nature morte” o “pittura di genere” può aiutare lo studente a conoscere più in profondità l’evoluzione nella preparazione di alcuni piatti e l’uso di spezie e aromi specifici, nonché la loro storia ed eventuale provenienza.
Il progetto si sviluppa in una serie di step:
- Illustrazione dell’opera mediante supporto visivo a cura del docente di arte, con spiegazione del contesto storico, del cibo raffigurato e delle sue particolarità;
- Approfondimento degli alimenti e delle spezie rappresentate con le materie di indirizzo;
- Realizzazione del piatto raffigurato nell’opera d’arte
Alla fine del progetto è previsto un “saggio” con l’esposizione di tutti i piatti preparati con la raffigurazione (eventualmente dal vivo) delle opere d’arte studiate.
Le opere d’arte che saranno analizzate sono:
- “Cassata oplontina” dalla villa di Poppea ad Oplontis (I sec. a.C.)
- “Le nozze contadine” di Peter Bruegel il Vecchio (1568)
- “I mangiatori di ricotta” di Vincenzo Campi (1580)
- “Il mangiafagioli” di Annibale Carracci (1583-1584)
- “Vecchia che frigge le uova” di Diego Velazquez (1618)
- “La lattaia” di Ian Vermeer (1658-1660)
- “Natura morta con pani, prosciutto, casatiello e ghiacciata sul tavolo” di Giuseppe Recco (ca 1675)
- “La polenta” di Pietro Longhi (1740)
- “Menu futurista” di Fortunato Depero (1929-30) e la cucina futurista
- “Les panaches panaches” di Salvador Dalì (1973) e la frittata di Dalì
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